70 Anni del Circolo Nautico Livorno

I 70 ANNI DEL CIRCOLO NAUTICO LIVORNO

 

 

PROGRAMMA DA STUDIARE IN OCCASIONE DEL 70ˆ DALLA FONDAZIONE

 

  • Un po’ di Storia
  • I Presidenti
  • I Personaggi – le poesie di Piero Marchetti
  • Le storie di regate e/ quant’altro
  • Il Malia disperso in mare alla Gorgona con le trombe marine
  • Un treno nella notte tornando da una regata il Faro era sparito
  • Il salvataggio – le orche
  • Un colpo di fortuna: il piazzale
  • La Coppa d’oro Savino Del Bene
  • La fuga dal porto vecchio (appunto: la stronzata)
  • Una premiazione magnifica sul castello di Bastia (un po’ romantica)
  • Un errore di rotta in regata di 25 miglia comportò un netto primo (rubato)
  • Foto di ieri e di oggi
  • Prenotazione-Ristorante sulla terrazza dell’Hotel Palazzo 15/16 maggio 2019?

 

 

 

 

 

Foto-Scoglio della Regina

 

UN PO’ DI STORIA DEL CIRCOLO NAUTICO LIVORNO

Costituito il 15 maggio 1949

 

Foto della ballerina

 

 

OGGI E’ TUTTO NUOVO E TUTTO BELLO, ma non era così dopo la seconda guerra mondiale, quel cono in muratura che troneggia sul magnifico piazzale era la base di un antico faro; oggi ci danza sembra la “ballerina”, meglio così, chi sa se l’artista che lo ha realizzato , cosa voleva dire……..

Ora è bello e a Noi ci basta!

Qualcuno, nel periodo bellico, non si sa per quale motivo, costruì due muretti, una tettoia ed anche una porticina realizzando una piccola stanza al riparo dal mare che col cattivo tempo irrompeva sul piazzale perché non c’erano i frangi flutti che si vedono ora, sembrava un rifugio.

Quella struttura formata da quello stanzino non era sfuggita ad un appassionato di vela che aveva a quell’epoca una bella barca che teneva ormeggiata al Moletto Nazario Sauro.

Umberto Palandri, una persona squisita, grande lavoratore che aveva un carisma per l’amicizia e per fare del bene, costui aveva la passione oltre che della vela anche per gli scacchi il cui gioco lo rilassava concentrandosi  così tanto che diceva riusciva a lasciare da una parte tutti i pensieri (Alfredino non era ancora nato).

Aveva un forno di pane, schiacciata e topa in via delle Navi e quindi conosceva tanta gente, in particolare gli appassionati del mare e della vela e cosa curiosa, teneva un librettino dove appuntava qualche nome anche se poi non gli serviva perché faceva tutto a mente.

I pescatori si erano già organizzati negli anni 1946/47  tant’è che avevano fondato il Circolo della Pesca.

Il Palandri dentro di sé pensò: e forse noi velisti siamo da meno?  E così nel suo subcosciente nacque l’idea di fondare un Circolo della Vela proprio lì allo Scoglio della Regina.

Rosina, la proprietaria dei Bagni nonché ganza del Neri, era una donna difficile ma il Palandri insistendo e prendendola per il verso giusto, non si sa con quali lusinghe, riuscì ad ottenere l’uso dello stanzino.

Così nacque la base ed un punto di riferimento per un piccolo Centro Velico Sportivo che chiamarono: C.V.L. ovvero Circolo della vela di Livorno.

Ovviamente ci volevano un po’ di soldi per iniziare a fare attività e, venendogli a mente il detto di Napoleone che aveva detto che con la raccolta dell’argento francese avrebbe finanziato qualsiasi guerra….il Palandri cominciò a fare pubblicità e nel contempo a chiedere soldi per iscriversi a questo Circolo senza impegno particolare da parte dei sottoscrittori che pur non avendo niente di scritto si fidavano della parola di un uomo dell’epoca che si inventò questo  sistema legato alle fasi lunari ed ecco in cosa consisteva: mostrando un librettino tutto sgualcito, dove segnava i pagamenti dicendo: caro amico, oggi hai versato questo denaro e la Luna  è a un quarto discendente…vedremo la prossima volta che verserai il tuo obolo in quale fase lunare del momento si troverà…….

In questo modo il nuovo iscritto che aveva aderito all’iniziativa , non si sentiva obbligato ad una scadenza fissa per rifarsi vivo. Siccome sul movimento della Luna, a quell’epoca nessuno ne capiva granché,  appena si trovava qualche soldo in tasca , anche piccole cifre, le portava al Palandri , uomo parsimonioso e di estrema correttezza,  e così piano piano da pochi soldini diventarono soldoni.

A tutti noi piacque il sistema basato nei limiti di cifre modeste ma servì a far coinvolgere un bel gruppo dove chi più poteva e senza impegno versava quanto e  quando gli pareva mentre chi poteva di meno (cosa importante)  non si sentiva inferiore agli altri senza vergognarsi perché il Palandri era riservato e il librettino sgualcito lo aveva solo lui.

Prima o poi si sarebbe  regolarizzata la questione ufficializzando il tutto ma l’entusiasmo era talmente elevato che  nessuno pensava alle percentuali versate in quel piccolo capitale sociale.

Tra questi aderenti all’Associazione velica c’era un personaggio importante: Egisto Picchi ed io (Arrigo Barcali) ero all’epoca il più giovane.

Mi stavano costruendo la mia prima barca a vela, avevo dimostrato con amici e soci di avere iniziativa e molto entusiasmo e quindi fui scelto per andare a parlare con questo personaggio che era il Comandante Picchi Egisto..

Gli comunicai l’idea di costruire con quei soldi raccolti una sede per il nostro Circolo Velico , tra i Soci c’erano persone pratiche di muratura ed avrebbero provveduto sia alla Direzione dei lavori che alla realizzazione con il solo costo dei materiali.

Con il personaggio Picchi, che era di poche parole andò così: Egregio comandante, noi vorremmo costruire una Sede per il nostro Circolo che vorremo affiliarlo alla FIV dell’epoca (U.S.V.I) , abbiamo  sia i soldi che le risorse per organizzare regate. Lui mi guardo negli occhi in silenzio, sembrava un falco con quel collo un po’ bloccato e poi disse: ma voi siete matti per caso?

Non credo, risposi, se i miei amici mi hanno mandato qui da Lei che è un uomo dentro alla Burocrazia, tutti pensiamo che sia una persona importante che potrebbe aiutarci a realizzare questo sogno.

Dopo questa mia rufianerìa, si addolcì e cominciò a chiedere qualche dettaglio come: dove vorresti costruire? Lì al moletto in quell’angolo riparato dal muro già esistente?  Ci sarebbe  spazio sufficiente ? In effetti il posto mi piace e poiché l’idea la condivido, vedrò cosa potrò fare. Parlerò con le persone giuste che conosco .  Al che gli domandai se voleva conoscere la cifra che avevamo a disposizione e Lui, molto freddamente rispose: prima i permessi poi penseremo ai soldi e ripetè : vedrò cosa si può fare con le persone che conosco io (praticamente si autodefinì persona importante!).

Era andata bene, gli strinsi la manao calorosamente e a nome di tutti lo salutai.

Subito si sparse la voce a macchia d’olio nel Moletto Nazario Sauro ed i Ciuini, padroni del Moletto, ci attaccarono verbalmente ed in malo modo alla loro maniera ma Noi non ci facemmo intimorire perché avevamo all’interno del gruppo persone forti, decise, testarde né timorose di Dio e degli uomini.

Più volte ci minacciarono, furono discussioni furibonde che finivano spesso con i fucili spianati(?) ma Noi non mollammo tant’è che avevamo dalla nostra parte le Autorità locali dell’epoca.

Alla fine trovammo un accordo per farli collaborare in qualche maniera con Noi (si fecero le cose da nemici per rimanere poi pseudo-amici).

Tra i Soci c’erano professionisti,  impiegati, portuali, medici, impresari tra cui i Chelli che avevano un’impresa edile. Cesarino il capo di questa impresa aveva un carisma  tanto da far lavorare tutti compresi quelli che passano di lì per vedere in fatti un giorno anch’io passai di lì e Lui, nonostante avessi i pantaloni bianchi e la camicia, mi mise una pala in mano dicendo: dobbiamo colare il cemento nelle fondamenta pertanto sbrighiamoci perché prima di buio deve essere tutto fatto! Non osai replicare anche se avevo degli importanti appuntamenti con i Dottori con cui lavoravo.

La sera, finita la gettata come previsto,  tornai a casa stanco morto, mi sentivo un Ecce Homo, come se mi fosse passato sopra un treno, avevo le galle alle mani e capì che l’edilizia non era per me.

Tutti i Soci dettero la loro disponibilità come potevano ed in breve il Circolo fu realizzato e poco dopo fu affiliato all’USVI ora FIV…..era il 1949.

 

In fede                    Arrigo Barcali-Socio Onorario Co-fondatore CNL