Livorno, alla Bellana si accende la gara nazionale dei gozzi

Trofeo Livorno” organizzato dal Borgo con la Federazione di canottaggio. In acqua 40 equipaggi con le otto sezioni nautiche di casa nel fronte mare della Bellana.

Domenica 30 maggio è una giornata speciale per il movimento remiero. Va infatti in scena il “Trofeo Livorno”, una gara nazionale di gozzi, organizzata dalla sezione nautica Borgo Cappuccini in collaborazione con la Federazione italiana canottaggio a sedile fisso (comitato regionale) e con il patrocinio del Comune. Più di 40 equipaggi impegnati, comprese le otto sezioni nautiche livornesi: Borgo, Venezia, Ovosodo, Salviano, Ardenza, Labrone, San Jacopo, Pontino. Una manifestazione divisa in due parti distinte: la prima, quella dedicata appunto alla gara nazionale (barche a quattro remi con 20 equipaggi senior, dieci femminili e dieci juniores) e una seconda, dimostrativa, alla quale prenderanno parte i gozzi a dieci remi livornesi, i ragazzi del minipalio e le ragazze.

«Annualmente – spiega Luca Marconi, presidente del comitato regionale – organizziamo eventi nazionali per accedere ai campionati italiani. È la prima volta che partecipano otto società di Livorno, una nuova realtà per la federazione. Ci fa molto piacere. Oltre a presentare 16 imbarcazioni nella sezione nazionale, si misureranno successivamente nella sfida locale: un parco atleti incredibile (qualcuno parteciperà ad entrambe le competizioni) che spero possa togliersi qualche soddisfazione». L’iniziativa è nata per necessità. «Con le varie zone colorate non potevamo fare attività sportiva se non per preparare una gara di carattere nazionale. Le cantine si sono quindi affiliate, per potersi allenare. E i presidenti hanno mantenuto la parola, iscrivendosi al trofeo. Dimostrando in questo modo che non era una manovra di comodo».

«Grazie al Circolo nautico Livorno che ha messo a disposizione gli scivoli per le imbarcazioni e al comitato Palio marinaro per la preziosa collaborazione», aggiungono gli organizzatori della competizione.

Fonte: Il Tirreno Livorno